Blog per gli alunni delle classi QUARTE A/B/C/D del 1° CIRCOLO DIDATTICO DI MARANO DI NAPOLI che partecipano al Progetto di potenziamento di Italiano: "TI RACCONTO IN...LIM" all'interno del PROGETTO “AREE A RISCHIO” AUT. MIUR PROT. N° AOODRCA R. U. 412 DEL 16/01/2012
venerdì 25 maggio 2012
INCONTRO DI VENERDI' 25 MAGGIO
E..dopo aver "sudato" con la verifica...ho notato che "YELLOW KID" vi ha proprio entusiasmato!!!!!!!!!!!!
Relazione 18 maggio.
Oggi, 18 maggio, abbiamo lavorato con i nostri genitori:
abbiamo lavorato sul blog, i genitori sono stati sempre simpatici.
I familiari dei componenti del gruppo, hanno ringraziato la maestra e il circolo "D.Amanzio" per aver finanziato questo progetto.
È stata per me un'esperienza diversa.
Passo e chiudo.
Salvio
abbiamo lavorato sul blog, i genitori sono stati sempre simpatici.
I familiari dei componenti del gruppo, hanno ringraziato la maestra e il circolo "D.Amanzio" per aver finanziato questo progetto.
È stata per me un'esperienza diversa.
Passo e chiudo.
Salvio
Il fumetto
L’inaugurazione del fumetto è da far risalire al 5
gennaio 1896, quando sulle camicie da notte del bambino giallo (Yellow
Kid) comparivano alcune scritte. Attraverso una
successione di tempo il dialogo venne racchiuso nei
“balloons" e nacquero così i veri fumetti.Da allora si è avuta un'
evoluzione, che ha portato alla nascita di nuovi personaggi ed alla
creazione di “meraviglie” ormai divenute veri e propri
“imperi” anche economici: basta pensare alle realizzazioni del gruppo Disney, ai fumetti ed i cartoni che hanno affascinato intere generazioni di bambini, giovani e meno giovani.
Ma il fumetto non è un’arte realizzata per i piccini, ma appunto il “genere nel genere”: le vignette non devono sempre far ridere, ma possono provocare, possono essere utilizzate per lanciare “messaggi”, descrivere con metodo semplice e chiaro il contenuto di un “libro” (le molte uscite editoriali sulle civiltà umane, la “storia d’Italia”…).
La descrizione di un genere del fumetto, è un' impresa molto impegnativa. Non perché sia difficile capire gli eventuali contenuti e gli stili di disegno rilevati nel lavoro di “vignettisti”, ma perché è difficile il voler generalizzare un argomento così ampio (se ne potrebbero citare diverse, di “varianti” stilistiche e narrative): sarebbe cosa alquanto “restrittiva”, che porterebbe verso un’esposizione incompleta. Il limitarsi ad elencare quindi le metodologie rappresentative universalmente utilizzate per il “genere” (se di “genere” si può parlare) credo che sia un incarico sostenibile e comunque un mezzo utile verso analisi soggettive che lascino poi al lettore (se autore di fumetti e vignette) un bagaglio importante per capire le più efficaci scelte di “forma”.
Nel saggio “Essay on Comic Art”, Will Eisner scrive: "La prima fase di ogni narrazione a fumetto è il testo. Non importa se è ordinatamente dattiloscritto o scarabocchiato . Senza un canovaccio, anche mentale, la storia non ha sviluppo. Anche un autore che scrive e illustra da solo le sue storie, è prima sceneggiatore e poi disegnatore". E poi arriva il disegno…
Il disegno, deve avere una struttura solida: i personaggi devono "stare in piedi"; la loro anatomia deve "funzionare". La prospettiva dev'essere esatta, così come i giochi di ombre e di luce. Insomma, è necessaria una certa conoscenza del disegno. La deformazione grottesca, l'esasperazione nello stile "Super Eroi", la sintetizzazione alla Hugo Pratt (o, nel disegno comico, alla Johnny Hart) possono avvenire solo quando si è già in grado di disegnare "accademicamente". Ispirarsi direttamente alla deformazione senza aver digerito "l'accademia" genera grafismi privi di struttura.
Le parole onomatopeiche
Le parole onomatopeiche, sono dei vocaboli che descrivono o suggeriscono suoni e rumori a imitazione di quelli reali.
Nelle vignette hanno il compito principale di richiamare alla mente del lettore delle sensazioni acustiche, ma la loro funzione è anche quella di essere elemento di supporto alla composizione pittorica del riquadro, oltre che alla maggiore espressività della vignetta. Nel fumetto vengono usate numerose parole onomatopee che si possono definire “convenzionali”, nel senso che per particolari rumori si usano sempre le stesse trascrizioni.
Ciò è dovuto a un motivo storico: la produzione dei fumetti europei e italiani è stata molto influenzata da quella americana, dove le parole onomatopeiche erano collocate fuori dalla nuvoletta. Sarebbe stato molto difficile, perciò, modificarle senza trasformare anche la vignetta. Si tradussero, allora, in italiano le parole delle nuvolette e si lasciarono inalterate le onomatopee che si affermarono come tali, per tacita “convenzione” dei disegnatori.
Del resto, visualizzavano efficacemente i rumori, derivando direttamente dai termini inglesi di origine onomatopeica essi stessi. E le parole onomatopeiche le rappresentano molto bene, ad esempio, il rumore rombante del motore (roaar, dall’inglese roar = rombo) e lo stridio delle gomme sull’asfalto (skreek, dall’inglese to screech = stridere); il fracasso delle assi di un ponte, che crollano nel fiume sottostante (kerash, dall’inglese to crash = crollare con fracasso); il rumore degli spari (bang bang, dall’inglese bang = colpo di fucile); il battere dei pugni il cui rumore, bump, viene dall’inglese bump = urto, colpo; e il rumore prodotto da una porta chiusa con violenza (slam, dall’inglese to slam = sbattere, chiudere violentemente).
I suoni inarticolati
I suoni inarticolati sono quelle parole che suggeriscono al lettore rumori e suoni prodotti dai vari personaggi per esprimere particolari stati d’animo (noia, rabbia), istintive reazioni a stimoli improvvisi (dolore), emozioni istantanee di fronte a situazioni eccezionali (paura, sbalordimento, soddisfazione).
Questi suoni, come le onomatopee, hanno anche la funzione di partecipare con gli altri elementi alla composizione e all’espressione della vignetta.
OOPS!: è il suono emesso da un personaggio quando inciampa;
BZZ-BZZ… PSS…: sono suoni usati per indicare che un personaggio sta bisbigliando qualcosa all’orecchio di un altro;
OUCK!: è il suono di quando si riceve un colpo;
GRRR!: è il suono che esprime un sentimento di rabbia repressa e di aggressività;
PUF! PUF! PANT! PANT !: sono i suoni dell’affanno e della corsa;
ZZZ… ZZZ…: è il suono del dormire e del russare;
HIC!: è il rumore del singhiozzo, a volte è il singulto dell’ubriaco ed è accompagnato dalla metafora dei cerchiolini;
SOB!: è il suono del pianto moderato (nel caso del pianto di un neonato diventa UEHHH!);
SIGH!: è il suono che indica delusione, ma qualche volta anche commozione e singhiozzo;
GASP!: questo suono può indicare rabbia contenuta o constatazione di un dato di fatto di fronte al quale si è impotenti;
TSK… TSK…: è il suono prodotto da chi si dà molte arie e si sente superiore.
I Baloons
I baloons (sostituiti anche da "Vignette") dei disegni che sono utilizzati nei fumetti sui personaggi per farli "parlare" con altri.Nel corso degli anni hanno subito delle "variazioni". I personaggi "parlavano" già dal primo fumetto "Yellow Kid" dove parlava attraverso il suo "pigiama", la lingua era: Americana e Tedesca
Ma il fumetto non è un’arte realizzata per i piccini, ma appunto il “genere nel genere”: le vignette non devono sempre far ridere, ma possono provocare, possono essere utilizzate per lanciare “messaggi”, descrivere con metodo semplice e chiaro il contenuto di un “libro” (le molte uscite editoriali sulle civiltà umane, la “storia d’Italia”…).
La descrizione di un genere del fumetto, è un' impresa molto impegnativa. Non perché sia difficile capire gli eventuali contenuti e gli stili di disegno rilevati nel lavoro di “vignettisti”, ma perché è difficile il voler generalizzare un argomento così ampio (se ne potrebbero citare diverse, di “varianti” stilistiche e narrative): sarebbe cosa alquanto “restrittiva”, che porterebbe verso un’esposizione incompleta. Il limitarsi ad elencare quindi le metodologie rappresentative universalmente utilizzate per il “genere” (se di “genere” si può parlare) credo che sia un incarico sostenibile e comunque un mezzo utile verso analisi soggettive che lascino poi al lettore (se autore di fumetti e vignette) un bagaglio importante per capire le più efficaci scelte di “forma”.
Nel saggio “Essay on Comic Art”, Will Eisner scrive: "La prima fase di ogni narrazione a fumetto è il testo. Non importa se è ordinatamente dattiloscritto o scarabocchiato . Senza un canovaccio, anche mentale, la storia non ha sviluppo. Anche un autore che scrive e illustra da solo le sue storie, è prima sceneggiatore e poi disegnatore". E poi arriva il disegno…
Il disegno, deve avere una struttura solida: i personaggi devono "stare in piedi"; la loro anatomia deve "funzionare". La prospettiva dev'essere esatta, così come i giochi di ombre e di luce. Insomma, è necessaria una certa conoscenza del disegno. La deformazione grottesca, l'esasperazione nello stile "Super Eroi", la sintetizzazione alla Hugo Pratt (o, nel disegno comico, alla Johnny Hart) possono avvenire solo quando si è già in grado di disegnare "accademicamente". Ispirarsi direttamente alla deformazione senza aver digerito "l'accademia" genera grafismi privi di struttura.
Le parole onomatopeiche
Le parole onomatopeiche, sono dei vocaboli che descrivono o suggeriscono suoni e rumori a imitazione di quelli reali.
Nelle vignette hanno il compito principale di richiamare alla mente del lettore delle sensazioni acustiche, ma la loro funzione è anche quella di essere elemento di supporto alla composizione pittorica del riquadro, oltre che alla maggiore espressività della vignetta. Nel fumetto vengono usate numerose parole onomatopee che si possono definire “convenzionali”, nel senso che per particolari rumori si usano sempre le stesse trascrizioni.
Ciò è dovuto a un motivo storico: la produzione dei fumetti europei e italiani è stata molto influenzata da quella americana, dove le parole onomatopeiche erano collocate fuori dalla nuvoletta. Sarebbe stato molto difficile, perciò, modificarle senza trasformare anche la vignetta. Si tradussero, allora, in italiano le parole delle nuvolette e si lasciarono inalterate le onomatopee che si affermarono come tali, per tacita “convenzione” dei disegnatori.
Del resto, visualizzavano efficacemente i rumori, derivando direttamente dai termini inglesi di origine onomatopeica essi stessi. E le parole onomatopeiche le rappresentano molto bene, ad esempio, il rumore rombante del motore (roaar, dall’inglese roar = rombo) e lo stridio delle gomme sull’asfalto (skreek, dall’inglese to screech = stridere); il fracasso delle assi di un ponte, che crollano nel fiume sottostante (kerash, dall’inglese to crash = crollare con fracasso); il rumore degli spari (bang bang, dall’inglese bang = colpo di fucile); il battere dei pugni il cui rumore, bump, viene dall’inglese bump = urto, colpo; e il rumore prodotto da una porta chiusa con violenza (slam, dall’inglese to slam = sbattere, chiudere violentemente).
I suoni inarticolati
I suoni inarticolati sono quelle parole che suggeriscono al lettore rumori e suoni prodotti dai vari personaggi per esprimere particolari stati d’animo (noia, rabbia), istintive reazioni a stimoli improvvisi (dolore), emozioni istantanee di fronte a situazioni eccezionali (paura, sbalordimento, soddisfazione).
Questi suoni, come le onomatopee, hanno anche la funzione di partecipare con gli altri elementi alla composizione e all’espressione della vignetta.
OOPS!: è il suono emesso da un personaggio quando inciampa;
BZZ-BZZ… PSS…: sono suoni usati per indicare che un personaggio sta bisbigliando qualcosa all’orecchio di un altro;
OUCK!: è il suono di quando si riceve un colpo;
GRRR!: è il suono che esprime un sentimento di rabbia repressa e di aggressività;
PUF! PUF! PANT! PANT !: sono i suoni dell’affanno e della corsa;
ZZZ… ZZZ…: è il suono del dormire e del russare;
HIC!: è il rumore del singhiozzo, a volte è il singulto dell’ubriaco ed è accompagnato dalla metafora dei cerchiolini;
SOB!: è il suono del pianto moderato (nel caso del pianto di un neonato diventa UEHHH!);
SIGH!: è il suono che indica delusione, ma qualche volta anche commozione e singhiozzo;
GASP!: questo suono può indicare rabbia contenuta o constatazione di un dato di fatto di fronte al quale si è impotenti;
TSK… TSK…: è il suono prodotto da chi si dà molte arie e si sente superiore.
I Baloons
martedì 22 maggio 2012
PROSSIMO INCONTRO: CAMBIO DATA
VI COMUNICO
che, per motivi organizzativi, il prossimo incontro del progetto TI RACCONTO IN... LIM si terrà
VENERDI' 25 MAGGIO 2012
RELAZIONE 18 MAGGIO 2012
Oggi 18/05/2012 è l’ottavo giorno del progetto. Io e il mio
gruppo abbiamo letto il racconto “Il
castello del conte Dracula” che è stato il più votato perché piaceva la morale.
Sono venuti i nostri genitori e abbiamo fatto vedere i nostri racconti e abbiamo
detto perché avevamo scelto proprio quelli. Poi la maestra ci ha fatto vedere
come si fa una mappa su Bubbl.us. I genitori hanno commentato il progetto e
hanno notato che noi bambini lavoriamo bene quando stiamo insieme. La maestra ha fatto vedere ai genitori come si usa la
LIM e poi insieme ai nostri genitori
abbiamo fatto i complimenti alla maestra scrivendoli sulla LIM. Alla fine del progetto i genitori hanno fatto una scheda di
meta riflessione sull’incontro di oggi.
Annotatore/relatore
Marika Marino
domenica 20 maggio 2012
RIFLESSIONI SUL 18 MAGGIO
Nella fase intermedia del percorso che stiamo facendo e dopo un pomeriggio che ha avuto un taglio diverso dal solito, grazie alla presenza massiccia dei genitori, appare necessaria una riflessione:
GRAZIE PER TUTTE LE COSE BELLE CHE MI AVETE POSTATO!
- l'approccio alle ICT ed in particolare all'uso della Lavagna Interattiva si è rivelato molto positivo sia dal punto di vista della motivazione, sia dal punto di vista strettamente didattico. La visualizzazione dei testi e il loro scomporsi e ricomporsi grazie al software, ha reso gli alunni/e realmente protagonisti della costruzione delle proprie conoscenze. L'elaborazione della mappa nel mezzo, con le impressioni suscitate, le parole "calde" del racconto, la creazione di una mappa online (ancora in itinere), la verbalizzazione dei racconti, con la conseguente acquisizione di un linguaggio man mano sempre più appropriato e sperimentando vari modi di scrittura, hanno fatto sì che essi apprendessero l'uso di programmi e software in modo naturale, lavorando "sul campo".
- i ragazzi/e, dopo incertezze iniziali, nonostante l'interesse e la curiosità che li ha caratterizzati, evidenziabili anche dai risultati del questionario in ingresso, hanno cominciato ad aprirsi non solo al nuovo, ma soprattutto agli altri, imparando a lavorare in gruppo, "vivendo" nel rispetto reciproco, comprendendo i ruoli, e nello stesso tempo collaborando per aver la gioia di "un lavoro ben fatto", e ...fatto da loro. Il diario di bordo le cui pagine sono costituite dai post sul blog fornisce, fra l'altro l'opportunità per riflettere su ciò che si sta facendo e, di conseguenza vedere punti di forza e punti di debolezza del percorso.
- Un'ora con i genitori, lavorare insieme per una piccola attività, vedere i genitori stessi usare la LIM, certamente ha costituito un momento di crescita personale per tutti, compreso l'insegnante. L'esito della Metariflessione (i cui grafici saranno pronti a breve) mostra la necessità della collaborazione tra scuola e la famiglia in quanto, è dall'interazione di queste due grandi istituzioni che può realmente concretizzarsi la crescita culturale e umana dei nostri ragazzi.
GRAZIE PER TUTTE LE COSE BELLE CHE MI AVETE POSTATO!
venerdì 18 maggio 2012
mercoledì 16 maggio 2012
INVITO PER I GENITORI
Progetto: TI RACCONTO IN…LIM
Gent.mi Genitori,
siete invitati VENERDI’ 18 MAGGIO 2012 dalle ORE 15,00 alle ore 16,00 nel Laboratorio Tecnologico della nostra scuola, per la conclusione della prima parte del progetto e per svolgere un’attività laboratoriale insieme ai vostri figli. Non mancate!
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